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I segni per potenziare la comunicazione nei primi anni di vita: il Programma Baby Signs e i suoi benefici
RAZIONALE
Nello sviluppo normotipico i bambini che imparano a parlare usano i gesti prima delle parole. I primi gesti li aiutano a mettersi in relazione con l’ambiente circostante e a sviluppare interazioni importanti prima di essere in grado di produrre parole (Robertson, 2007). La qualità e l’efficacia degli scambi comunicativi caregiver-bambino, nei primi 2 anni di vita, sono da considerarsi variabili in grado di influenzare significativamente il successivo sviluppo emotivo e sociale del bambino; anche la letteratura recente ne sottolinea l’importanza in termini di sostegno e potenziamento. Parlare di comunicazione, nella fascia di età 0-2 anni, non può quindi prescindere dal coinvolgimento del canale gestuale, che ha un ruolo fondamentale. Il gesto precede ed accompagna lo sviluppo del linguaggio verbale assolvendo ad una funzione comunicativa relazionale; come negli adulti, movimento delle mani e produzione dei suoni si accompagnano fin dall’inizio, sostenendosi a vicenda nella costruzione dei messaggi. L’uso del gesto verrebbe così in aiuto dei bambini per superare l’ostacolo, temporaneo, della maturazione delle competenze linguistiche verbali, anticipando la possibilità di condividere i propri contenuti mentali con gli adulti di riferimento. “Comunicazione e linguaggio si collocano lungo un continuum: attraverso l’uso di sguardi orientati, vocalizzi, lallazioni e gesti il bambino stabilisce i primi contatti con l’interlocutore e cerca attivamente lo scambio interattivo” (Consensus Conference sul Disturbo Primario del Linguaggio a cura di FLI e Clasta 2019). In particolare, numerosi autori sostengono, che tra le componenti non verbali i gesti siano da considerare importanti predittori del successivo sviluppo linguistico e, per questo, risulta utile potenziarli (Acredolo & Goodwyn, 1998). Al fine di produrre effetti positivi sullo sviluppo comunicativo-linguistico e socio-conversazionale dei bambini, può risultare utile e vantaggioso stimolarli all’uso dei segni (Goodwyn, et al., 2000). L’uso del gesto è pertanto considerato un punto di forza da molti autori (Caselli et al., 1998; Galeote et al., 2008,2011; Stefanini et al.,2007) e diverse ricerche dimostrano che il gesto è utilizzato per compensare i disturbi di linguaggio orale (Galeote et al.,2008, 2011; Lorang et al., 2018). Negli ultimi anni, si è affermata la validità dell’utilizzo dei segni in ambito educativo e riabilitativo. Infatti, l’adozione della modalità gestuale consente al bambino di comunicare in modo pratico e immediato con l’ambiente che lo circonda e può rappresentare un aiuto efficace per apprendere la lingua orale (Branchini e Cardinaletti, 2016). Visti i benefici riscontrati dall’uso dei segni, nella pratica clinica si fa spesso ricorso al metodo bimodale. Quest’approccio promuove l’utilizzo di due modalità differenti durante la comunicazione, in quanto i gesti accompagnano la produzione delle parole (Rinaldi et al., 2018). Una recente ricerca condotta in Cile ha dimostrato che il training di comunicazione gestuale favorisce lo sviluppo di abilità comunicative in bambini con Sindrome di Down (Linn et al., 2019). Potenziare l’efficacia comunicativa precoce è l’obiettivo dell’approccio comunicativo, definito “Programma Baby Signs”, che si è sviluppato quasi 30 anni fa presso l’Università della California, a Davis, grazie agli studi delle dott.sse Acredolo e Goodwyn, psicologhe esperte di sviluppo infantile. Questo approccio, validato da una ricerca scientifica supportata dal National Institute of Health, individua nell’uso del segno un supporto efficace anche nello sviluppo del linguaggio verbale ed è diffuso in oltre 40 paesi in tutto il mondo e dal 2015 è presente anche in Italia.
PROGRAMMA
Ore 15.00 Presentazione dott.ssa Maria Giovanna Modica - Presidente CDA Logopedisti Catania
Ore 15.15 – 17.45
Dott.ssa Mariapaola Scuderi – Logopedista e Referente Nazionale Baby Signs Italia
Cenni sul ruolo del gesto nel primo sviluppo comunicativo e linguistico del bambino
Il Programma Baby Signs: o Che cosa è o A chi si rivolge, o I benefici del programma
Baby Signs Italia:
o L’adattamento per la diffusione in Italia
o Il programma Baby Signs in contesto familiare e all’interno degli Asili Nido: l’esperienza italiana
o Ricadute indirette e positive del programma in ambito riabilitativo
ore 17.45 -18.15 Discussione interattiva
ore 18.15 Conclusioni
- Studenti iscritti: 105